Due milioni e mezzo di italiani soffrono di psoriasi: una malattia infiammatoria della pelle ad andamento cronico-recidivante che, nella sua forma più comune, si manifesta con chiazze eritematose e a limiti netti rivestite da cumuli di squame biancastre, localizzate tipicamente su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, ma che possono presentarsi in qualunque parte del corpo. Le persone affette da psoriasi hanno spesso condizioni patologiche concomitanti (in termini medici comorbidità): artrite psoriasica, malattie metaboliche (aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi, obesità, aumento del rischio di sviluppare diabete) e cardiovascolari (aumento del rischio di ictus e infarto).
La psoriasi influenza negativamente la qualità della vita a causa dell’impatto visivo che può pregiudicare i rapporti interpersonali. Depressione, isolamento, ansia, insonnia associate ad un calo del rendimento scolastico o lavorativo sono solo alcuni dei tratti emotivi che affliggono questi malati. Studi effettuati su ampie casistiche di pazienti hanno dimostrato che l’impatto della psoriasi sulla qualità della vita è comparabile a quello di malattie gravi come il cancro o l’infarto.
Qual è la causa della psoriasi?
La psoriasi è dovuta ad un’alterata funzione delle cellule del sistema immunitario della pelle, i linfociti T. E’ una malattia geneticamente determinata: esistono cioè nel DNA alcuni geni specifici che, attivandosi, innescano l’infiammazione causa della malattia.
E’ dovuta allo stress?
La psoriasi NON è una malattia psicosomatica, ma lo stress psico-fisico, nei soggetti geneticamente predisposti, può provocare le riacutizzazioni della patologia.
E’ contagiosa?
NO, mai e in nessun modo.
Come si cura?
In caso di un sospetto di psoriasi il paziente deve rivolgersi tempestivamente a un dermatologo per saper interpretare al meglio anche segni minimi come l’interessamento ungueale o lesioni difficilmente rilevabili da parte di un occhio inesperto e per evitare di arrivare a comorbidità importanti come l’artrite psoriasica (che interessa il 30% dei malati di psoriasi). Quasi tutte le forme di psoriasi possono essere trattate efficacemente: a seconda della gravità sono disponibili prodotti topici, per le forme lievi-moderate, e farmaci sistemici, per le forme più gravi, in grado di tenere sotto controllo la malattia e assicurare una buona qualità della vita.
Oltre a valutare lo stadio di gravità della malattia, è fondamentale riconoscere e individuare le comorbidità per poter adottare strategie terapeutiche multidisciplinari.
Negli ultimi anni sono stati molti i progressi nella comprensione dei meccanismi alla base della psoriasi che hanno portato allo sviluppo di nuovi farmaci che si sono aggiunti alle terapie topiche e sistemiche tradizionali. Oggi le armi a disposizione sono dunque molteplici, ma bisogna saperle usare in modo specifico e mirato.
L’alimentazione e lo stile di vita incidono sulla terapia?
Sicuramente sì. L’abolizione del fumo e un regime alimentare corretto garantiscono una risposta più rapida e duratura alle terapie. Diversi studi hanno dimostrato che la sana dieta mediterranea contribuisce, indipendentemente dal tipo di terapia seguita dal paziente, a prevenire l’insorgenza delle recidive, a ridurne l’incidenza, con migliore risposta al trattamento. Il regime dietetico ideale dovrebbe ridurre il consumo di grassi saturi (burro, latticini, formaggi, insaccati), di carne rossa (per il contenuto di Omega 6), mentre dovrebbe incrementare la quantità di pesce (ricco di grassi Omega 3 che svolgono un’azione antinfiammatoria), frutta e verdura.
Dovrebbe essere abolito il fumo di sigaretta: è stato dimostrato che i fumatori hanno una minore risposta ai trattamenti e un più alto rischio di recidive e comorbidità.
Infine, una regolare attività fisica ostacola il sovrappeso e contribuisce allo stile di vita ideale che ogni paziente psoriasico dovrebbe seguire per ottenere la più rapida e duratura risposta alle terapie.