La passione irresistibile, sfrenata e senza limiti per l’abbronzatura ha un nome: “tanoressia”, parola che nasce dalla fusione di due termini: “tan” (in inglese “abbronzatura”) e anoressia. La tanoressia si caratterizza per una dipendenza psicologica dall’esposizione ai raggi ultravioletti (sia solari che da lampade abbronzanti) e per un’errata percezione di se stessi: così come gli anoressici si vedono sempre ‘non abbastanza magri’, i tanoressici si vedono “non abbastanza abbronzati”. Il nome è stato coniato dai medici per identificare il disturbo di chi passa ore sotto il sole o sotto le lampade abbronzanti continuando tuttavia a vedersi pallido.
Si tratta di una vera e propria dipendenza patologica chiamata anche “sindrome compulsiva da sole” (SCS) che rientra fra le dispercezioni corporee. I tanoressici, come alcolisti e fumatori, spesso sono consapevoli dei rischi che corrono, ma non riescono a dire basta: preferiscono avere qualche ruga in più e rischiare la comparsa di tumori della pelle, ma non rinunciare ad avere un aspetto abbronzato.
Secondo studi recenti la tanoressia nasce da un disagio psicologico: una forte insicurezza di sè, un’incapacità di accettarsi per come si è e colpisce soprattutto donne fra i 16 e i 40 anni, più sensibili al fascino della moda dell’abbronzatura.
Alcune ricerche hanno tentato di spiegare questa dipendenza: è stato ipotizzato che l’abbronzatura stimoli il rilascio di endorfine, sostanze prodotte dall’organismo legate a sensazioni di euforia e piacere, un meccanismo simile all’effetto di droghe e stupefacenti.
Uno studio di qualche anno fa dell’Università del Minnesota conferma come l’uso regolare dei lettini abbronzanti triplichi il rischio di melanoma, la forma più temibile di cancro della pelle. E secondo altre ricerche, i più esposti a questo rischio sarebbero proprio i giovani: prima dei 30 anni la tintarella artificiale aumenta del 75% il rischio di sviluppare un melanoma. Lo hanno dichiarato l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che hanno classificato le lampade solari passandole dalla categoria di “probabili cancerogeni” a “cancerogeni certi”.
In Europa, 11 paesi hanno già da qualche anno imposto il divieto di esporsi alle lampade abbronzanti per gli under 18: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Austria, Belgio, Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord e Scozia. È di poche settimane fa la notizia che anche negli USA è scattato il divieto per i minorenni.
Con l’estate in arrivo, i tanoressici sono più esposti ai rischi derivanti da un’eccessiva esposizione solare: eritemi e ustioni, ma anche melanomi, varie forme di carcinoma cutaneo e accelerazione dell’invecchiamento della pelle con comparsa anticipata di rughe, atrofia cutanea, discromie (macchie).
Ogni anno le ricerche che vengono condotte sulle abitudini degli italiani al sole mostrano dati sconcertanti: la metà dei nostri connazionali è refrattario all’uso di creme protettive solari.
Questi i falsi miti purtroppo ancora radicati nelle convinzioni popolari:
– “Se mi proteggo non mi abbronzo abbastanza”
– “In fondo prendo il sole solo una volta all’anno, posso anche permettermi di scottarmi”
– “Se rimango sotto l’ombrellone non ho bisogno di mettermi la crema”
– “Qualche lampada prima di andare al mare protegge la pelle”
– “Il mio bambino non si scotta mai al sole e non ha bisogno della crema protettiva”
– “Dopo una scottatura la pelle diventa più resistente e si prepara meglio all’abbronzatura”.
È dunque fondamentale diffondere sempre più un’educazione alle buone norme e alla giusta misura nell’esposizione al sole che, con le dovute precauzioni e alle dosi adeguate può essere anche benefica. Ogni persona dovrebbe sempre essere consigliata dallo specialista sul comportamento da assumere in base all’età, al fototipo, ai farmaci che assume, alla propria storia medica personale e familiare, così da trasformare l’incontro col sole in un’esperienza piacevole, sana e senza troppi rischi.
[…] Le lampade abbronzanti non solo non hanno alcun effetto protettivo sulla pelle, ma è stato dimostrato come l’uso regolare dei lettini abbronzanti triplichi il rischio di melanoma, la forma più temibile di cancro della pelle. Leggi […]
[…] VERO. La “tanoressia” chiamata anche “sindrome compulsiva da sole” (SCS) si caratterizza per una dipendenza psicologica dall’esposizione ai raggi ultravioletti (sia solari che da lampade abbronzanti) e rientra fra le dispercezioni corporee. I tanoressici, come alcolisti e fumatori, spesso sono consapevoli dei rischi che corrono, ma non rinunciano ad avere una pelle abbronzata. Leggi […]